Cara nonna

E così, la nonna se n’è andata. Definitivamente. E io ne parlo solo adesso, a una settimana dall’incidente.
In pratica è successo che, mercoledì scorso, lei ha battuto la testa cadendo dalle scale. Così si è creato un ematoma che si è pian piano allargato. All’inizio stava abbastanza bene, ha pure camminato da sola fino all’ospedale insieme a mio nonno. Poi ha cominciato a perdere i sensi e l’uso della parola. Alla sera era in coma.
Io l’ho saputo solo dopo essere tornato da tirare con l’arco, a casa non ho trovato mia madre, e mi hanno detto che era in ospedale.
La mattina dopo l’ematoma si era ancora allargato. E dopo la scuola, quando l’ho saputo, non potevo crederci. Come facevo io ad andare lo stesso a nuotare come tutti i giovedì, quando mia nonna era in pericolo di morte? Come mai doveva succedere in quel momento?
Ma lei non è morta giovedì, e la sera sono andato a trovarla. Era sempre in coma, ma sembrava quasi riposare. Certo non ti rispondeva, non dava segni di movimento eccetto qualche volta che sembrava muovesse la mano per grattarsi, ma tuttavia vederla così mi ha messo il cuore in pace. Lei non soffriva, non aveva più sofferto da quando aveva perso conoscenza. E questo era abbastanza per me, non vederla che soffriva.
Ma quell’ematoma continuava ad allargarsi. Venerdì scorso lei se n’è andata, e anche quei segni di vita vegetativa sono spariti. Io sciocco, che pensavo che sarebbe rimasta in coma per moltissimo tempo, e che forse si sarebbe risvegliata. Ma è andato tutto diversamente.
Almeno mia nonna non ha sofferto l’ultima parte della vecchiaia ed è morta serena. Ovviamente ciò non basta, ma almeno mi dà la certezza che lei sia ormai libera dai problemi di questa vita.
E ovviamente la sua scomparsa ha lasciato dei segni profondi, per la sua rapidità e per la sua imprevedibilità. Quello che sta più male di tutti è mio nonno, che ora passa tutto il tempo con mia zia, spesso a casa nostra, per non sentirsi solo.
E pensare che, giusto la domenica prima dell’incidente, noi eravamo andati a cena dai nonni. E lei, mia nonna, era sempre li, sorridente, che cucinava dicendoci: “state attenti con l’olio che non vi arrivino schizzi”.
In realtà mia nonna non stava tanto bene ultimamente: perdeva la memoria, e faceva fatica a ricordarsi le persone e le cose da fare, così era mio nonno ad assisterla, ad aiutarla, e a lei, abituata ad essere molto indipendente, questo pesava. Anche per questo motivo ha scelto di non essere sepolta, ma cremata. Cosi non avremo una vera tomba dove andare, su cui depositare fiori e su cui pregare. Non voleva neanche pesarci in questo modo.
Ora, nonna, sono sicuro che stai bene, e che, anche se non possiamo percepirti, sei ancora con noi, ad aiutarci con il sorriso sul volto. So che potrò trovarti dentro di me, nei ricordi, e spero un giorno di poterti vedere ancora. Hai lasciato una grande impronta su di noi, al tuo funerale persino il parroco si è messo a piangere. Ho scoperto che hai raccontato dei tuoi nipoti a tutti, mentre aiutavi ciascuno di loro. Ci mancherai nonna, ciao stammi bene.